“Ancora una volta assistiamo attonite alla “sparizione” delle donne dalla scena quando il gioco si fa duro. Dopo la giunta di tutti maschi anche i Grandi Elettori saranno maschi. E la doppia preferenza di genere continua a restare al palo” – dichiara Milena Gentile Presidente dell’associazione Emily e Responsabile del Dipartimento Politiche di Genere del PD Sicilia.
“A parte lo scacco subito dal Presidente Musumeci, arrivato ultimo tra gli eletti, e le sue scomposte dichiarazioni contro “i disertori”, la notizia è che la Sicilia a eleggere il nuovo Presidente della Repubblica manderà tre uomini, per non smentirsi mai. Nel frattempo in tutta Italia continuano a piovere gli appelli per una donna al Colle. Figuriamoci.
Non c’è da sorprendersi dal momento che è prassi consolidata che in tutti i Consigli regionali vengono eletti due rappresentanti per la maggioranza, generalmente il Presidente della regione e il Presidente del Consiglio (da noi Assemblea), e un rappresentante per l’opposizione, sovente il capogruppo del maggior gruppo di opposizione. Resta comunque il fatto che le “prassi consolidate” non sono leggi e che nulla vietava ai gruppi politici di raggiungere un accordo su una, due o tre donne.
Con un’Assemblea regionale composta per l’80% da uomini, una giunta dove in extremis è stata inserita una donna su 12 assessori (solo dopo il ricorso del PD e quello delle associazioni), e una sola donna capogruppo su 11 gruppi parlamentari, è chiaro che le donne non ci sono.
Eppure, davanti a una compagine così sconfortante e a pochi mesi dalle elezioni regionali continua il silenzio colpevole sulla doppia preferenza di genere nella legge elettorale per l’Assemblea regionale siciliana.
Il DDL presentato dal gruppo PD, insieme a quelli presentati da altre forze politiche, sono stati in discussione in I Commissione, si sono svolte le audizioni, sono stati depositati gli emendamenti, ma di raggiungere un accordo politico sul prelievo per il voto dell’aula neppure l’ombra.
Finché non sarà chiaro a tutte e tutti che è dalla presenza marginale delle donne nelle Istituzioni che a cascata discende il grande disequilibrio tra i generi in ogni ambito, dal lavoro ai ruoli in famiglia e nei rapporti sentimentali, dai vertici della società a quelli dei partiti e della politica, continueremo a lanciare petizioni nel vuoto. Ora per una Presidente della Repubblica, ora per una Presidente della Regione ora per una Sindaca“.